Sempre meno italiani seguono la dieta mediterranea. La maggior parte la mette in pratica con moderazione (83,8%), l’11,3% registra una bassa aderenza, e solo il 5% degli italiani la segue pienamente, spesso per via del tempo trascorso sempre più fuori casa con pochi momenti a disposizione per la preparazione dei pasti. Sono i dati dell’indagine Arianna (Aderenza alla dieta mediterranea in Italia), condotta dall’Istituto superiore di sanità, diffusi in vista della giornata mondiale dell’alimentazione (16 ottobre) e pubblicati sulla rivista Frontiers in Nutrition. “La recente letteratura scientifica, mostra un generale allontanamento dai modelli alimentari tradizionali nelle popolazioni mediterranee, compresa quella italiana e un’aderenza alla dieta mediterranea da bassa a moderata nei Paesi del Mediterraneo negli ultimi 10 anni – spiega Marco Silano, direttore del Dipartimento malattie cardiovascolari, dismetaboliche e dell’invecchiamento dell’Iss-. Con i fenomeni dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione, infatti, si è assistito ad una vera e propria transizione nutrizionale, caratterizzata da un discostamento sempre più evidente da tale modello dietetico e, al contempo, un’occidentalizzazione delle abitudini alimentari”. La dieta mediterranea è un regime bilanciato per varietà e stagionalità e caratterizzata da alimenti in grado di fornire tutti i nutrienti necessari. Tuttavia, ancora oggi nel mondo circa 2,8 miliardi di persone non hanno accesso ad un’alimentazione adeguata ai propri fabbisogni per condurre una vita in salute. “Una delle più grandi sfide del nostro tempo è rappresentata dalla coesistenza di varie forme di malnutrizione, tanto da costituire un triplo onere per l’uomo (il cosiddetto triple burden of malnutrition)- conclude Marco Silano-. Negli ultimi decenni si è assistito ad un rapido incremento della malnutrizione per eccesso, con la conseguente crescente insorgenza di malattie croniche non trasmissibili e mortalità per tutte le cause. Infatti, in tutto il mondo, circa 2,5 miliardi di adulti e 37 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni sono in sovrappeso. Si registrano poi circa 1,6 miliardi di donne e bambini che soffrono della cosiddetta “fame nascosta”, una terza forma di malnutrizione per carenza di micronutrienti (vitamine e minerali) che, sebbene non risulti così evidente come le prime due, impedisce di condurre una vita sana”.
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